L’arte dei mascareri a Venezia è una delle professioni più antiche, considerato che nasce legalmente nel 1268 ( prime regole per mascherarsi), visto che nella Serenissima era invalso l’uso della maschera per diverse ricorrenze , per poi, dal 1436, sotto il doge Foscari, diventare una costante per le feste di carnevale.
Ed un elogio alla maschera lo fece Pietro Gradenigo: ” Bella cosa è la maschera inventata da colui che fece la prima bauta, perchè questo rendo ogni grado ed età di persone in comoda eguaglianza e non pone in suggestione niuno delli due sessi e tanto più che usandosi oggidì il tabarro nero e li volti bianchi, serve il tutto di economia e libertà di fare le sue cose, di tentare le proprie idee e colpe ne ha solo chi cambia il bene in male col medesimo mezzo”.
Dapprima la Mariegola dei mascareri (ora conservata presso l’archivio di Stato di Venezia) era osservata solo dai mascareri appounto, a cui si aggiunsero un pò per volta i targheri (stuccatori) i miniatori, disegnatori , indoratori e cartoleri (fabbricanti di carte da gioco).
Un mestiere antichissimo ancora vivo e raffinato che viene utilizzato da alcune botteghe artigiane, vere eccellenze di questo particolare tipo di articolo, tanto che uno dei più importanti artigiani di questo tipo, Guerrino Lovato ha fornito le maschere utilizzate nel film di Kubrick “Eyes Wide Shut (1999), oltre ad avere presso i suoi atelier in Campo S. Barnaba e Campo S. Margherita (Mondonuovo) vere e proprie gallerie delle maschere tradizionali, tra cui la Gnaga, la Moretta, etc.).