L’effige del Leone, simbolo di S. Marco e della Serenissima, si può trovare un pò dappertutto a Venezia: il classico leone alato che regge con la zampa il libro con la scritta ” pax tibi Marce, evangelista meus”, innanzi tutto proprio a Palazzo Ducale, sulla Porta della Carta, o sulla torre dell’orologio, nella piazzetta dei Leoni, quindi, da chimera trasformato in leone sulla colonna dedicata a S. Marco.
Per un certo periodo la Serenissima ospitò dei leoni in carne ed ossa, ospitati in palazzi privati o addirittura in edifici pubblici: il 12 settembre 1316 una leonessa, ricoverata in una gabbia nel cortile di Palazzo Ducale partorì dei piccoli, destando grande gioia e scalpore nella città che vide in quell’evento un buon auspicio per le sorti della Repubblica.
IN Piazza S. Marco veniva tenuto in una gabbia doraata un leone vivo, ma questi morì sembra avvelenato dalle dorature delle sbarre. Durante il Carnevale del 1762 venne esposto un leone vivo, sempre in Piazza S. Marco, diventato famoso perchè ritratto da Pietro Longhi nel suo quadro “Il casotto del leone”, conservato ora nella pinacoteca della fondazione Querini Stampalia, circondato da cani mascherati e sicuramente ammaestrati.
Questo simbolo è stato raffigurato rampante, cioè di profilo, in moleca ( granchio nel periodo della muta del carapace)cioè seduto di fronte, accosciato, con le ali spiegate a ventaglio, vessillifero, cioè recante la bandiera della serenissima, visto di profilo.
Uno dei Leoni in Moleca più famosi è quello che sul campanile di S. Aponal sorge dalle acque, a significare la supremazia di Venezia nei mari europei, conservato ora, assieme ad altre raffigurazioni nel Museo Correr, un altro nell’appartamento del Doge, a Palazzo Ducale (XV secolo)
L’immagine classica del Leone veniva raffigurata con il libro aperto in tempo di pace, e chiuso in tempo di guerra, mentre il leone sguaina una spada.
Altri possenti ed imponenti sono collocati davanti all’ingresso dell’Arsenale, e di questi uno porta delle scritte runiche, ora molto consumate, ( legato ad una leggenda abbastanza conosciuta a Venezia, che vi ho già raccontato) , statue portate dalla Grecia da Francesco Morosini, uno siede placidamente in Campo Manin, altero in tutt la sua regale maestosità, ed infine un altro si può ammirare a Palazzo Ferro Fini.
Altri due leoni sono collocati sul portale del campanile di S. Polo, uno dei quali è aggredito al collo da un biscione, ispirati, sembra, da un monito che il Consiglio dei Dieci pose a tutti coloro che tradivano Venezia, qualcuno dice in occasione della decapitazione di Marin Faliero, altri (ed io sono tra quelle), visto il simbolismo del biscione, pensano che si trattasse dell’esecuzione capitale del Conte di Carmagnola ( a questo argomento ho dedicato un post qualche tempo fa).
Altri due leoni medievali si trovano sul muro di una casa al traghetto di S. Tomà, mentre lottano e distruggono serpenti e draghi, ed infine, sul pluteo della Cattedrale di Torcello sostengono l’albero della vita, assumendo quindi, nel linguaggio del bestiario alchemico una particolare importanza, vista la propensione esotereica della città.
Venezia ed il suo simbolo, i Leoni, che comunque i veneziani ed anche i veneti in genere continuano a “porre di guardia” sopra pilastri di cancelli, o nei giardini…maestosi e formidabili nella loro regalità e potenza…simboli sempre vivi per i figli di questa terra e di questa grandissima Repubblica.