Le Biblioteche veneziane ebbero la fortuna di accogliere quanto di meglio e di antico in fatto di incunaboli e libri esistesse dal 1400 in poi. Di quella Marciana, la più importante e ricca ho già parlato, ma di quella ospitata nell’incantevole isola di S. Giorgio ,poi ospitata dalla fondazione Giorgio Cini è importante conoscere ricchezza e la sua bellezza.
Il posto d’onore nella secolare tradizione culturale della meravigliosa isola, posta di fronte al bacino di S. Marco, una tradizione di spiritualità, di arte, di cultura, di incontri ad alto livello è della biblioteca, ciò non solamente per quanto riguarda l’impegno e la cura nell’arricchimento delle raccolte, ma anche per la monumentalità delle aule e la ricchezza delle attrezzature.
I padri Benedettini che abitarono l’isola fin dal X secolo si prodigarono per ottenere una biblioteca fondamentale per i loro studi. Infatti all’atto della donazione del Doge Memmo si parlava già di libri pertinenti il tesoro della chiesa.
La raccolta crebbe e divenne più fruttuosa nel secolo XV tanto che , quando Cosimo Dè Medici espresse iol desiderio di elargire un dono cospicuo all’Abazia che lo aveva accolto esule nel 1433 i monaci furono concordi nell’esprimere il desiderio di una sede della biblioteca degna di ospitare i loro preziosi manoscritti e dei codici miniati.
Purtroppo nel 1569 l’aula venne distrutta da un incendio e venne quindi demolita nel 1614, quando il complesso degli edifici fu trasformato in modo unitario da Andrea Palladio. Nel 1641 Baldassarre Longhernna venne incaricato di costruire la superba sala , su ordine dell’abate Alvise Squadron (terminata nel 1671), che costituisce tutt’ora il centro vivo della biblioteca della fondazione.
I libri vennero riuniti nella grande aula a cavallo dell’ala comune ai due chiostri, stupenda a vedersi , illuminata da cinque grandi finestre , con volta a botte decorata dai manieristi Filippo Gherardi e Giovanni Coli ( i cosiddetti maestri lucchesini), con portali marmorei e una ordinatissima scaffalatura a doppio ordine con 50 colonne ioniche e altrettante statuette di uomini illustri , opera del tedesco Franc Pauc.
Dopo la soppressione dell’Abbazia i libri vennero ripartiti tra la Biblioteca Marciana e l’Abbazia di Praglia (vicino ad Abano ) dovo confluirono i monaci di S. Giorgio. La sala del Longhena venne spogliata dalle meravigliose scaffalature che fortunatamente vennero locate presso l’attuale Liceo Marco Foscarini.
Oggi la biblioteca, particolarmente ricca di pubblicazioni sulla storia dell’arte è un validissimo sussidio per gli studiosi di questa disciplina.
Nulla comunque è andato disperso anche se i tesori d’arte e il frutto di raccolte e di studi è stato distribuito in altre biblioteche, una Venezia ricca di cultura ed arte, una Venezia centro di studi e di menti illustri, ed altre biblioteche si sono sviluppate e sono tutt’ora considerate ed apprezzate, di cui parlerò perchè è bello parlare di Venezia e i suoi tesori unici.