Nella Venezia antica, fino al 1500 circa, si usava legare alla ricorrenza dell’Ascensione di Gesù al cielo ad una festa carica di simbolismi e di significati politici. Ultimamente la festa è stata ripresa a Venezia, ma con valenze turistiche.
Invece, per il significato importante della Repubblica, veniva officiato lo Sposalizio del Mare da parte del Doge, che benediceva e gettava in mare un anello nuziale, simbolo del legame stretto tra la Serenissima e cio’ che la legava a quest’elemento sia per i trasporti, sia per i commerci, sia per la supremazia che questa straordinaria Repubblica era riuscita a costruire tra occidente ed oriente, dando lezione ad altri paesi europei di capacità illuminate di governo, di rapporto con altre etnie, e di apertura mentale.
Nel 1400 la liturgia dello stato toccò il culmine della sua rappresantatività proprio con questa cerimonia che si articolava così: Il giorno dell’Ascensione, all’alba, il ” Cavalier” , il Doge incaricato dei preparativi cerimoniali stabiliva se il mare era abbastanza calmo per un corteo di barche: se così era, egli otteneva la vera nuziale dai funzionari delle Ranson vecchie ( galere gloriose che avevano partecipato alla battaglia di Lepanto)ed annunciava l’inizio della Sensa.
Dopo la celebrazione della Messa in San Marco, il doge, gli alti magistrati e gli ambasciatori stranieri si imbarcavano sul Bucintoro, la galea cerimoniale del Doge, con decorazioni raffiguranti la Giustizia e con le insegne della Repubblica. Nel frattempo il Coro della Cappella di San Marco cantava mottetti e le campane delle chiese cominciavano a suonare.
Intanto il Verscovo di Olivolo (Castello) sulla sua barca a fondo piatto (piatto) si univa al corteo delle navi.
I riti religiosi della benedictio si svolgevano nell’imbarcazione del Patriarca: due canonici iniziavano col cantare liriche religiose ed il patriarca benediceva le acque ed i canonici cantavano horemus.
Il Bucintoro dogale veniva affiancato dall’imbarcazione patriarcale, ed il primicerio di San Marco intonava per tre volte ” Asperges me hyssopo et mundabor”. Poi la barca contenente il Patriarca girava per tre volte attorno al Bucintoro, questi benediceva il Doge, usando un ramoscello d’ulivo come aspersorio.
Quando il corteo raggiungeva l’imbocco della laguna,li dove per un attimo si aveva contatto diretto con il Mare Adriatico, aveva luogo la sacra cerimonia: ad un segnale da parte del Doge il Patriarca vuotava in mare una grossa ampolla (mastellus) di acqua santa, ed il Doge, a sua volta, lasciava cadere in mare il suo anello d’oro dicendo: ” Desponsarum te Mare, in signum veri perpetique dominii”.
Dopo la cerimonia il Doge e i suoi ospiti si fermavano a S. Nicola al Lido, per pregare e per un banchetto che durava fino a sera.
Svolgendo le Cerimonie della Sensa i Veneziani del XVI Secolo ricordavano la leggenda del Papa Alessandro III ( di cui abbiamo già parlato, e che comporta, oltre all’assoluzione plenaria per chi recita un’ave davanti alla piccola immagine della Madonna, con sotto ora, la statua del sacerdote) anche un’altra assoluzione plenaria per chi prega nella Basilica di San Marco entro le due settimane successive alla ” sensa”, e tendevano ad enfatizzare:L’anello come segno del favore papale,e lo Sposalizio come simbolo del Dominio Veneziano e la Benedizione come atto propiziatorio.
I doni di Papa Alessandro III e lo Sposalizio del Mare erano le principali componenti leggendarie e ritualistiche del mito imperiale di Venezia.
C’è comunque un ultimo particolare che va segnalato: Esiste una curiosa convergenza linguistica: se è vero infatti che Sensa in Veneziano significa ascensione, è altresì chiaro che il lemma è lo stesso di “senseria”, mediazione, percentuale sull’affare; il che, in una Repubblica a forte connotazione mercantile come quella veneziana, esprime una strana ambiguità di fondo: Non a caso già dal 1180 venne allestita, in concomitanza con questa celebrazione, una vera e propria Fiera, dove, alle merci esotiche provenienti dai commerci veneziani, si affiancavano i prodotti raffinati dell’artigianato locale.
La mostra venne allestita dapprima in barche in legno e poi ospitata in Piazza San Marco, nel recinto di botteghe disegnato dal Sansovino nel 1534, e la Fiera della Sensa divenne una delle maggiori esposizioni europee.
Dolce Piera ai posta x Te ciao luciano
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