Venezia e le opere d’arte nelle scuole, scrigni preziosi di bellezza e tradizione.

1-Schola Grande di S- Rocco.jpgLa vivacità artistica popolare di Venezia è documentata dalla straordinaria ricchezza di opere d’arte nelle scuole e in particolare di pittura, scultura ed arte applicata. In gran parte dei casi ci si deve riferire ad opere andate perdute o disperse rispetto alle indicazioni degli inventari conservati che elencano con gran cura tutti gli oggetti appartenenti alla scuola.

Le opere d’arte erano lungamente ricercate presso gli artisti ed erano frutto, molto spesso, delle economie di cui i confratelli si facevano partecipi mediante le decisioni del Consiglio direttivo  della scuola, decisioni  che puntualmente venivano segnate nei libri dei conti e nel catastico, spesso con i singoli contributi e le rateazioni.

San Giorgio degli Schiavoni.jpgLa Scuola di S. Giorgio degli Schiavoni  tra le minori, e quella di San Rocco tra le grandi hanno il raro privilegio di aver conservato intatto il loro patrimonio artistico e di presentare quindi al vivo una documentazione esatta di  questo patrimonio, raccolto nei secoli da una inesausta passione popolare.

In tutte le Scuole , comprese quelle che avevano una propria sede, avevano un proprio altare in una chiesa,m e la Pala d’Altare diventava un simbolo pubblico di tutto il sodalizio, che specchiava nell’opera d’arte la propria ambizione ed il proprio gusto artistico . Da questo si può dedurre una delle regioni più importanti del grande sfarzo di pittura e di decorazione che troviamo in quasi tutte le chiese veneziane, la storia di ogni singolo altare può darci di riflesso non solo il fatto devozionale ma anche l’incentivo e l’orgoglio delle singole scuole per le opere d’arte.

Santa Barbara di Palma il vecchio a S. Maria Formosa.jpgScuola grande di S. Giovanni evangelista.jpgscuola grande di S. Maria delle Grazie.jpgCitando qualche caso, la scuola dei bombardieri aveva il proprio altare nella vicina chiesa di Santa Maria Formosa, con la “Santa Barbara” di Palma il Vecchio, la scuola dei Mascoli nella Basilica di San Marco aveva una Cappella con sculture e paliotto d’altare di Bartolomeo Bon, mosaici di cartone di Michele Giambono, Andrea Mantegna e Andrea del Castagno; la scuola dei cinturati, fabbricatori di cinture, aveva una propria Madonna nella chiesa di S. Felice di Giovanni Bellini; la scuola dei Fiorentini aveva Donatello ai Frari.pngBasilica dei Frari a Venezia.jpgnell’altare nella chiesa dei Frari una scultura di Donatello.

SS. Giovanni e Paolo.jpgOgni scuola aveva un gonfalone che veniva portato in processione , e per dipingerlo venivano indetti concorsi tra i vari artisti: Vittore Carpaccio ad esempio dipinse quattro cicli di pitture per quattro scuole piccole: il ciclo di S. Orsola nella scuola omonima, a S. Storia di S. Giorgio.jpgGiovanni e Paolo, il ciclo di S. Giorgio a S. Giorgio degli Schiavoni a S. Antonin, il ciclo Storia di S. Orsola a SS. Giovanni e Paolo.jpgdella storia della Madonna per la Scuola degli Albanesi a S. Maurizio, e il ciclo di S. Stefano per la scuola dei “laneri” (lavoratori della lana) a S. Stefano.

Gli inventari delle Scuole, infine, oltre ad elencare gli oggetti di uso comune , testimoniano la predilezione dei confratelli per le opere d’arte applicata, spesso di grande valore artistico, quale la croce astile , che precedeva le insegne della Scuola nelle processioni, come si può vedere nel ciclo dei ” il miracolo della Croce del Carpaccio.jpgProcessione a Venezia di Gentile Bellini.jpgMiracoli della Croce” eseguito da Giovanni Bellini e dai suoi allievi intorno al 1490 per la Scuola di S. Giovanni  Evangelista, gli stendardi, i reliquiari , i paramenti, gli arredi sacri che erano portati in processione con comune orgoglio.

Delle innumerevoli opere d’arte racconterò in seguito, ma basta fare un giro per le chiese, accostarsi agli altari, o visitare una Scuola grande (S.Rocco, con i suoi meravigliosi teleri del Tintoretto) per poter aprire le emozioni e l’anima a questo ampio respiro di arte di cui Venezia è scrigno magico ed incantato.

 

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