L’architettura veneziana spicca tra tutte le altre per le particolarità legate alla struttura stessa della città, legata alla luce, così scarsa nelle piccole calli, ai piani bassi, e così meravigliosamente limpida e iridescente sui piani alti dei palazzi, per cui se si potesse camminare per Venezia guardando soltanto in alto, si vedrebbero le altane ( terrazzine in legno create alla sommità dei tetti)e le Logge.
Quelle che occupano tutto o buona parte dell’ultimo piano nella facciata di buona parte dei palazzi si chiamavano “liagò”probabilmente perchè erano utilizzate per prendere il sole ( dal greco Heliacon), e sono presenti, per quanto molto restaurate nei periodi del periodo veneto-bizantino del XIII-XIV secolo , per esempio nel Palazzo Donà sul Canal Grande e nel cosiddetto “Albergo del Salvadego”, a San Marco.
In alcuni palazzi gotici vi è un altro tipo di loggia, posta a copertura di scale esterne , la troviamo nel Palazzo Grifalfoni a Castello, nel Palazzo Ariani-Minotto all’Angelo Raffaele, nel Palazzo Fortuny a S. Beneto.
In quest’ultimo le serie di logge sovrapposte richiama alla mente quella ancor più interessante in Corte Rampani a S. Polo, o quello in Corte Lucatelli a S. Zulian.
L’armonia e la capacità di condividere con l’iridiscenza perlacea dell’acqua il bagliore del sole fanno di Venezia un mondo legato alla luce, così come la capacità di costruire era legato alla terra, e la comunicazione e la vita stessa della popolazione alla laguna.
Per cui consiglio, chi voglia guardare in modo nuovo, di alzare ogni tanto lo sguardo e di lasciarsi ammaliare dalle strutture così particolari, uniche e belle della città unica al mondo…un tramite dall’acqua al cielo, attraverso una terra amata, saggiamente e genialmente usata da un popolo che sapeva apprezzare la natura e la bellezza che la natura insegna a perseguire!