Con la scoperta dell’America, con le nuove rotte il declino della Serenissima era già iniziato, ma forse per questo motivo ,l’apice della cultura, a Venezia , simbolo e modello in Europa , è al massino. Siamo nel 1500.
E questa città, questo modo di vivere e di pensare fa legge in Europa, dal mondo dell’arte, della cultura, del gusto e del saper vivere.
I suoi artisti riprendono nelle tele la magnificenza ed il lusso, quasi sfrenato, della vita veneziana: Paolo Veronese, nelle due tele oggi al Louvre di Parigi, rappresentanti le ” Nozze di Cana, ed il ” Convito in Casa Levi” nelle Gallerie all’Accademia di Venezia, mostra non solo lo sfarzo dei costumi dell’epoca ma anche la grande eleganza della tavola imbandita.
Marin Sanudo, nominato storiografo ufficiale della Repubblica ad honorem,.non esita ad elevare alla dignità della storia alcune liste conviviali. Ecco come riferisce la lista vivande servita per un banchetto offerto dal Doge Andrea Gritti (doge dal 1523 al 1538):
” data l’acqua delle mani …vennero li servi con lo scalzo et comenzò il pranzo: Colombini et figadelli con con il suo saor in taze; polastri a guazeto in scudele; rosto de polastri; cavreti et nomboli in piati et limoni in acqua in scudelini: fasani rosti con fava et bisi; do man de torte, una nera e l’altra bianca taiate su li taieri d’arzento; caponi lessi con lingue salade; vedelo et cavreto leso, con salami et herbe oliose; un’altra man de rosto de vedelo et caponi; ovi batui con late, scalete et marzapani<, formazo parmesan, naranze, ceriese, mandole, pignocade….”
Anche il Molmenti sottolinea queste caratteristiche dei banchetti cinquecenteschi: ” E pari allo sforzo delle feste, scrive, erano quelle dei banchetti.
Insegnava Paolo Paruta, che la magnificenza che è nobile virtù, non fa di sè degna qualunque operazione, onde ella non ha occasione di spesso dimostrarsi, ma in quelle cose solamente si adopera, le quali raramente si fanno. E tra le cose ove convienensi spendere, senza avere considerazione della spesa, Paruta annovera i conviti, ” che a questo tempo possono reputarsi feste magnifiche, giacchè l’arte raffinata della cucina si univa al lusso della tavola, in modo che non soltanto si riusciva a solleticare il palato, ma altresì si appagava l’occhio dei commensali.
Piera ciao sempre magnifica. Non arrabiarti ma Marin Sanudo non è mai stato storiografo ufficiale della Repubblica Veneta,con tanta ammirazione luciano
Piera ciao vedo che mi sono dimenticato 1 b e anche la gentilezza, scusami ma o la testa altrove luciano
E’ vero che il Senato veneziano incaricò prima Andrea Navagero (bibliotecario della Marciana, e poi il Bembo, che gli succedette in entrambi i ruoli) ma Marin Sanudo il giovane aveva già scritto la storia della vita dei Dogi di Venezia nel 1494, e dal 1496 al 1533 scrisse i famosi Diari in cui descriveva le cronache dettagliate di tutti gli avvenimenti, e nel 1531 il Senato gli riconobbe il lavoro che aveva già compiuto ed ancora stava compiendo assegnandoli un vitalizio di 150 ducati d’oro, dandogli così piena dignità a tutto titolo di Storiografo Ufficiale, al pari degli altri due. Mi fa molto piacere ritrovarti, e spero che tu mi scriva ancora presto. Martedì a Venezia c’era un caldo afoso, ma la mia città me la sono gustata tantissimo, e presto ci ritornerò!!un saluto affettuoso, Piera
ciao Piera non mi ricordo dove e quando o letto che Marin Sanudo è sempre stato tagliato fuori da essere nominato storiografo ufficiale (lui se ne è sempre rammaricato per questo) Forse per il suo scrivere in volgare,e non in toscano o latino,come il Navagero e il Bembo.Questo nel mio ricordo e nella mia memoria. Scusami se ricordo male luciano
ci mancherebbe scusarsi! io ti scrivo e ti comunico che Marin Faliero il giovane rimase deluso dall’incarico che il Senato della Repubblica dette a Andrea Navagero, (storico e bibliotecario della Marciana) , ma, come già ho scritto, nel 1531 il Senato della Repubblica gli conferì, al pari degli oneri (150 ducati d’oro l’anno) per il lavoro già svolto e per quello che stava svolgendo, conferendogli il titolo di storico della Repubblica, e nessun altro potè esserne degno, viste le esperienze e la capacità di questa persona intelligente, non certo assimilata ad un modo di pensare comune, ma libero ed esperto al massimo a tutte le cose della Repubblica, per cui i suoi scritti sono molto più onesti e rilevatori della vita vera e delle vicende veneziane, di qualsiasi altro.
Marin Sanudo il giovane era rimasto deluso dall’ essere stato dimenticato dal Navagero, ma poi, nonosante che al Navagero fu succeduto il Bembo, il Senato, riconosciuto il lavoro già svolto e che stava volgendo Marin Sanudo il giovane,l gli conferì il vitalizio di 150 ducati d’oro l’anno, per cui lo riconobbe come non solo storiografo passato, ma anche storiografo presente ( con l’acume e la capacità descrittiva dei suoi diari ) , e lo sostenne fino alla morte. Ecco, un abbraccio e un arrivedrci a presto, ciao, Piera >!!!
Piera ciao mentre il Bembo è definito storiografo della Repubblica Veneta,il Sanuto è definito storico attivo come diarista e cronista, e per me fu il piu grande cronista di tutti i tempi.So che Tu ai ragione e qui basta guerra,mi arrendo pero’ non fucilarmi luciano
sei di una simpatia unica, ed è bello poter discutere con te, è bello intrigante e solleticante: se questo è fare la guerra, ben guerra sia!!! sto sorridendo tra me e me, e ritengo questo un tuo regalo in questo sabato caldo, e forse sonnacchioso. Per cui ti “risparmio” e non ti fucilo, anzi!!! sei proprio straordinario, divertente ed informato. Ti saluto con dispiacere perchè per me comunicare con te è puro piacere, sappilo!! alla prossima e ti auguro un bellissimo fine settimana. Un saluto affettuoso, ciao, Piera !!
Il governo nominò storico ufficiale Pietro Bembo; al Sanudo fu imposto di mettere i suoi famosi diari a disposizione del Bembo, cosa che egli fece non senza riluttanza.
Non fu mai storico, è vero, e quel “ad honorem” intende probabilmente che, per noi, oggi il Sanudo è fonte importante mentre la Storia del Bembo non se la fila nessuno 😛
Tutto il resoconto di questo periodo affascinante è stata ben riportato da Laura Lepri nel suo libro “Del denaro o della gloria – Libri, editori e vanità nella Venezia del Cinquecento.” edito da Mondadori.
Complimenti vivissimi a te Piera per questo meraviglioso blog che mi affascina con le storie della tua splendida città!
Molto bello il tuo post, complimenti!