Le favole “povere” di Venezia raccontate dal popolo per celebrare la Serenissima!

strega 1.pngstreghe 1.jpgLe favole veneziane sono poco conosciute, e il merito di averle raccolte in un libro va a Domenico G. Bernoni ed a Giuseppe Nalin. Sono favole che si possono definire “povere”, nel senso che parlano di popolani, pescatori, anche se a volte aggiungono qualche regina o qualche ricca figlia di facoltosi uomini d’affari.

Alcune trovano ispirazione dalla potenza di Venezia nel Mediterraneo, nella velocità delle sue navi, nel trafugamento del corpo di S. Marco ad Alessandria d’Egitto da parte dei due furbi mercanti Buono da Malamocco e Rustico di Torcello ingannando gli “infedeli” ed anche il diavolo, come ad esempio la favola ” Sette streghe che dalla mezzanotte al mattino andarono a tornarono da Alessandria d’Egitto”.

Alessandria d'Egitto.jpgCi sono due versioni: nella prima un povero pescatore si accorse che il nodo con cui fissava la cima della sua barca veniva sciolto durante la notte. Una sera decise di vedere cosa succedeva, per cui si infilò nel fondo e rimase in attesa. A un certo punto, era giusto mezzanotte, arrivarono sette streghe che salirono a bordo, senza accorgersi di lui. La “capa”disse “sette in volo”, ma la barca non si mosse , quindi aggiunse”evidentemente una di noi è gravida”, e parlò nuovamente “otto in volo”.

In quel momento la barca cominciò a volare così velocemente, e in un attimo fondamente nuove 1.jpgfondamente nuove.jpgsi ritrovarono ad Alessandria d’Egitto, perchè questo era il luogo in cui le streghe si riunivano. Le donne scesero a terra. e qui le versioni divergono: in una anche il pescatore scese e si ritrovò nel giardino del Sultano, e qui colse un ramo di una pianta di datteri, che nascose sotto la camicia, quindi si riportò in attesa sul fondo del natante.

Tornarono le streghe, ancora “otto in volo” ed il datteri.jpgPiantagioni di datteri_4.JPGpescatore si ritrovò alle Fondamente nuove, ancora sbigottito ma soddisfatto del viaggio e del suo furto così prezioso. L’indomani portò il ramo agli amici che lo riempirono di elogi e brindarono tutti per quel prodigioso avvenimento e per l’audace furto.

Nella seconda versione il pescatore si innamorò di una delle streghe, la seguì e si presentò a diavolo (1).jpglei. Presto i due si sposarono, ma ogni mercoledì e venerdì la sposa lo incitava ad andare in osteria con gli amici. Ma un venerdì, vigilia di Natale, egli rimase a casa ed allora la moglie, facendo un incantesimo lo portò con sè in un palazzo meraviglioso dove c’era tanta gente che lui conosceva, del cibo squisito e donne sfarzosamente vestite ed ingioiellate. A quel punhto gli si avvicinò il padrone di casa che gli offrì enormi ricchezze se lui avesse firmato un foglio: capì allora che quello era il Demonio e che voleva acquistare la sua anima.

Si fece riaccompagnare a casa dalla moglie, ma ora era infelice perchè non voleva più che sua moglie fosse una strega: si rivolse ad un sacerdote il quale gli spiegò che durante il sonno lo spirito diabolico della moglie si allontanava dalla fanciulla, per cui, una volta addormentata doveva tapparle il naso , la bocca e le orecchie in modo che l’invasore non potesse più rientrare in lei. Cosi’ fece, e la moglie si svegliò felice e dolce come ogni donna normale: si fece chiamare Maria, perchè il Diavolo non può toccare nessuna donna che porti questo nome.

strega.jpgstreghe.jpgUn’altra favola invece racconta di una regina il cui marito era spesso impegnato in battaglie, tornando a casa di tanto in tanto. La Regina era perseguitata da una strega la quale, ogni volta che la donna partoriva le prendeva il figlio e lasciava al suo posto un cucciolo di cane. La prima volta il re si trovava a Cipro, la seconda a Candia e la terza in Morea, ma tornò giusto in tempo per smascherare la strega, che fu posta al rogo, mentre un vecchio pescatore ritrovò in un cesto i tre bambini che erano stati affidati alla laguna.

Il re allora riconobbe i propri figli e li battezzò con i nomi di Cipro, Candia e cipro resti.jpgcandia.jpgmorea-air-web.jpgMorea, le tre più importanti conquiste della Serenissima nel Mediterraneo. Naturalmente il re e la regina  stanno a dimostrare la sovranità di Venezia,e la storia vuole celebrare la gloria della grande Repubblica, allora dominante e retta da persone illuminate e lungimiranti.

Carlo Gozzi.jpgIl grande narratore di fiabe di Venezia, acerrimo nemico di Carlo Goldoni, Carlo Gozzi, scrisse delle meravigliose e raffinate fiabe, che parlavano di oriente di principesse, di re, di atmosfere esotiche…tra cui l’amore delle tre melarance, e la famosa Turandot che venne poi utilizzata per creare il libretto per la meravigliosa e straordinaria musica di Puccini, ma questa storie non appartenevano veramente ai veneziani.. si nutrivano di un mondo talmente di fantasia, illuminato dalla luce della laguna, dai suoi intriganti riflessi….tutta legata ed ispirata al confine sottile tra una realtà di un popolo di artigiani, tagliapietre, pescatori, ortolani….questo a spiegare le mille sfaccettature delle anime di Venezia di cui noi veneziani siamo orgogliosamente figli.

 

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4 thoughts on “Le favole “povere” di Venezia raccontate dal popolo per celebrare la Serenissima!

  1. Leggere queste “perle” di Venezia da un piccolo appartamento di Cannaregio , ” non ha prezzo” e sapere che domattina uscirò di casa e sarò a Venezia….”non ha prezzo”

  2. hai proprio ragione; uscire di casa, li a Cannaregio, dove sono nata, e per questo motivo mi coinvolge in modo particolare, è proprio una fortuna!!! Un abbraccio affettuoso e una piccola vena di invidia (scusami, ma è un’invidia buona), Piera

  3. Sono veneziana di Rialto,ma da tanti anni vivo all`estero,ma niente e nessuno puo` togliermi l`orgoglio veneziano che mi sono portata appresso e tramandato anche ai miei figli e nipoti che con superbia sono fieri di essere anche loro parte della piu` bella citta` del pianeta terra. Infatti mia figlia non manca di visitare la sua Venezia ,nata in questa fantastica citta` ma cresciuta in Australia ,non di meno pero` sente fortemente veneziana e orgogliosa di esserlo. Si,possiamo dire la fortuna di essere nati a Venezia.

  4. Sono veneziana di Rialto,vivo all`estero da tanti anni,ma mai ho smesso di amare e sentirmi privilegiata di appartenere alla piu` bella ed unica citta` esistente sul pianeta terra….. la mia venezia,che amo con tutto il cuore e che mai potro` dimeticarla. Amore trasmesso anche ai miei figli e nipoti che orgogliosamente sanno la provenienza ereditata dai nonni veneziani.

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