Tra le varie comunità che fanno parte del tessuto della popolazione veneziana, fanno parte anche gli Armeni.
La loro è una presenza connotata nella città, a partire dal Collegio, uno dei più grandi del mondo, frequentato quasi totalmente da armeni, di elevatissima difficoltà per cui, una volta licenziati, gli studenti possono frequentare qualsiasi università nel mondo.
La lingua è difficilissima, anche perchè ogni fonema ha un simbolo; e da questo si può benissimo capire che queste persone sono in grado di parlare perfettamente diverse lingue.
Il popolo è cristiano dall’inizio del cristianesimo (erano infatti armeni gli Apostoli Taddeo e Bartolomeo), ed il culto cristiano è stato adottato come religione nazionale molte tempo prima che nell’Impero Romano.
Poco distante una calle, la Calle degli Armeni è il cuore del nucleo abitativo (composto principalmente da commercianti), e in fondo il “sotoportego de Armeni” fatto di legno, da cui, attraverso una porticina, sempre in legno, si accede alla Chiesa di S. Croce degli Armeni.
Esternamente pare un’abitazione qualunque, l’unica cosa che si nota è il campanile, fatto a cippolletta. L’edificio fu concesso agli armeni nel 200, e poi venne ampliato nel 600, ed è l’unica chiesa rimasta funzionante nel medio evo a Venezia.
Nel 1700 cominciò in Armenia una persecuzione contro i cattolici, tanto che il monaco Manug de Pierre, detto il Mechitar (il consolatore), che in terra natale aveva fondato molti monasteri, dovette fuggire prima in Grecia e poi, nel 1715 a Venezia.
Qui la Serenissima gli destinò un’isola precedente adibita a lebbrosario, e abbandonata già da due secoli circa: l’isola di S. Lazzaro, poco distante dal Lido
Qui venne fondato un nuovo convento dalla congregazione Mechitarista, nel 1717, sulle rovine degli edifici preesistenti, ed al convento si unì un importante centro culturale armeno.
Nelle librerie del convento sono contenuti più di un milione tra libri e manoscritti, alcuni decorati con pietre preziose, di valore inestimabile, e nella biblioteca detta Europea i vetri delle finestre sono quelli originali, fatti a mano.
Ma in assoluto i manoscritti più importanti sono un papiro indiano, il Corano di Murzad il Sanguinario (un sultano turco), e l’unica copia al mondo del libro di Colistene, sulla vita di Alessandro Magno; l’originale in lingua greca andò distrutto durante l’incendio della biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Splendidi anche alcuni reperti non armeni, come un trono indiano del 1350 intarsiato in avorio, una palla d’avorio cinese formata da 14 sfere, l’una nell’altra, e la statuetta del terzo millennio a.c. di un vecchio curvo, proveniente dal nord dell’Iran.
Ma l’orgoglio dei sacerdoti è la mummia egizia del sacerdote Nemenkot, avvolta in un telo di perline originale.
Lord Byron fu spesso ospite in questo convento, deliziato sembra dalla marmellata di rose che i monaci producevano.
Tutt’oggi i visitatori vengono accolti con gentilezza e simpatia, e possono così ammirare un luogo splendido con bellissimi giardini.
Il collegio armeno è chiuso da parecchi anni però corre voce che la congregazione armena voglia riaprirlo.
Anch’io volevo scrivere per gli armeni a Venezia, però adesso mi sento in dovere di aggiungere che il Collegio armeno è forse la struttura meno cara dove si può dormire a Venezia. Una camera doppia costa circa 50 euro, una camera singola circa 30 euro.
Devo dire, che in questa stagione d’estate costa di più..diciamo il doppio di quello che avevo scritto qua come commento qualche giorno fa.
Cara Piera, volevo chiederti se per caso ti dipiacerebbe se io usassi alcuni commenti lasciati sotto i tuoi post per adattarli nella commedia che mi sono messa a comporre? Vorrei molto creare un atto nel quale tu sarai il personaggio centrale e molti (compreso “la Signora Straniera” che son io) ti faranno complimenti per i tuoi scritti e temi, me lo immagino questo atto della commedia meraviglioso e ci sarà anche un evento centrale (non è difficile da indovinare quale, la scomparsa e il ritrovamento della testa del Sior Rioba) ma dipende da te e dal tuo cavaliere Luciano se siete d’accordo di “regalarmi” i vostri commenti. Le prime scene della commedia, centrata finora all’immagine di Corto Maltese le puoi leggere nel mio blog. Resto in attesa e spero di ricevere il tuo permesso di usare le belle parole dei commenti. I commenti del tuo amico Luciano infatti li adoro! Anche le tue parole di risposta sono bellissime e mi auguro di avere la possibilità di scrivere questo atto per “la nostra dogaressa Piera” citando Luciano (se siete d’accordo sarò felicissima, in ogni caso se tu preferiressi, potrei cambiare il tuo nome, ma cento volte preferirei che nella commedia il personaggio ispirato da te si chiamasse Piera)
mi fai un grande onore nel volermi come personaggio per la tua commedia!!! davvero. Non so se Luciano abbia qualcosa da ridire, ma il blog è pubblico, e poi non credo che ci sia nulla di male. Per me quindi, ripeto, mi fai un grande onore e ti ringrazio. Un saluto affettuoso, Piera