Conosciuta ai più attraverso una seria ed intensa ricerca di Marisa Uberti,( vedi il blog due Passi nel Mistero) la triplice cinta è ancora enigmaticamente misteriosa: si riconosce al vederla, nel gioco popolare delle pedine chiamato comunemente “filetto” in Italia, ed è sempre sotto l’aspetto ludico che è stata considerata.
Ma l’enorme diffusione in tutti i territtori percorsi dai Cavalieri Templari al ritorno dalle Crociate, ed i luoghi stessi dei ritrovamenti delle incisioni lasciano incerti, perplessi ed alla ricerca di una spiegazione.
Sono state trovate graffite in rocce rupestri, sui muri di antiche chiese, su gradini di vecchie case.
Ma il ritrovamento di graffiti simbolici lasciati su pareti in verticale da alcuni dignitari dell’Ordine Templare, prigionieri nella Torre della fortezza di Chinon, in Francia, apre nuove prospetive sull’ipotesi di possibili altri impieghi.
Sembrerebbe che dietro la triplice cinta si nascondesse una conoscenza più antica, un valore simbolico ed esoterico legato alle caratteristiche dei luoghi e della storia che li ha interessati.
Alcuni esemplari sono stati trovati in India antica, in Egitto, nell’Impero Romano, perfino nelle incisioni rupestri di Val di Scalve ed in Valcamonica; comunque sarà capitato a qualcuno di vedere sulla facciata di una chiesa tre quadrati concentrici uniti al centro da una sorta di croce: è proprio la triplice cinta, presente non solo in edifici religiosi ma anche in antiche vestigia appartenenti a civiltà risalenti all’età del bronzo (3.550 a.c – 1200 a.c.).
Però è in particolare nel Medio evo che trova ampia diffusione soprattutto in alcune cattedrali gotiche e dove la presenza dei cavalieri templari non poteva mancare.
Vi sono naturalmente delle letture esoteriche che spaziano, come quella di Rènè Guènon che le decodifica come i tre grandi stadi delle scuole esoteriche, o quella di Cherbonneau – Lassay il quale interpreta il quadrato interno come “il mondo terrestre”, inserito in un altro quadrato “il mondo del firmamento” e quello esterno “il mondo celeste”, più ampio e con più grande valenza simbolica in quanto in esso risiede Dio con i puri spiriti.
Ma c’è anche chi la identifica come delle non meglio specificate ” linee del campo magnetico terrestre” o la presenza in quel luogo di un “varco dimensionale”,presente anche,per alcuni ricercatori, in una certa località di Barcellona.
E’ tutto da vedere e da dimostrare, anche se si suppone comunque una sorta di messaggio che i cavalieri templari lasciavano nei luoghi attraversati per quelli che successivamente sarebbe passati dopo.:.un linguaggio in codice.
A Venezia ci sono tre triplici cinte: una si trova incisa su una panca in marmo accanto alla facciata della Scuola Grande di S. Rocco, la seconda sul parapetto della balaustra al secondo piano del Fondaco dei Tedeschi (ora Poste Centrali di Rialto ) l’ultima all’interno della Basilica di S. Marco, incisa su un sedile in pietra sul lato destro dentro la chiesa: Memorie, tracce, così come ce ne sono tante in questa Basilica carica di tesori sia d’arte che d’oro e pietre preziose, ma estremamente enigmatica ed ancora, forse, tutta da scoprire.
ciao piera se non piove domani vado a s.rocco a vedere luciano
Bene, sono contenta, poi mi farai sapere. e speriamo che non piova, perchè qui si ha bisogno di un pà di sole. Un saluto affettuoso, Piera
Ciao Mammi! Un bacione e un salutone al tuo blog da San Francisco California!! (ti sto scrivendo col portatile attaccato a una spina sul muro accovacciato su un lato di un corriodoi!!)) – sono le 15.46
che sorpresa!!!!!! non vedo l’ ora di rivederti. A presto, un abbraccio, mammy.
cara piera come promesso oggi c’e il sole, quindi sono andato a s.rocco e come sempre ai ragione sulla grande panca di marmo alla sinistra del portale c’e incisa una tripla cinta, che emozzione passarci sopra la mano,certo il tempo ha appiatito l’incisione ma è ancora nitida. Ti ringrazio , ho anche approfittato sul retro della scuola dopo il ponte in calle della scuola come tu certamente saprai al n.a.3801visse dal 1740e fino alla sua morte avvenuta il 1785 il grande piero longhi pittore illustre,sono tanti anni che passo per verificare se il comune lo onori con una targa marmorea e si che porto lustro a venessia niente (vergogna) scusami x questa lunga chiaccherata luciano e alla prossima
anzi, sono felice. Immagino l’emozione!!comunque è tutto così affascionante e Venezia è proprio straordinaria!! Ti saluto con affetto, ciao, Piera
Un saluto a te Venezia mia
Ciao perla del mare, diamante in laguna, sei nata nelle acque in fuga da terra, per evitare che mano di barbaro distruggesse le tue genti, col passare del tempo per saggezza e bravura dei tuoi figli sei cresciuta in grandezza e potenza, meraviglia unica ed inimitabile. Sei salita agli altari della gloria, e poi umiliata nella polvere. Il tempo ti ha segnata, hai bisogno di cure, di attenzioni, di rispetto, di protezione, sei come i petali di una rosa bellissima ma ormai fragilissima.
Grande Venezia sei il cuore di un grande Veneto, formato da tantissime altre piccole e grandi città baciate dalla storia. Il Veneto è parte dell’Italia, terra unica che va dall’isola di Lampedusa alla vetta d’Italia, quello che gli antichi padri hanno unito non va disperso per follia umana di qualunque parte sia. Italia valore unico, universale, immensa, non riproducibile, da conservare, preservare e tramandare alle future generazioni poiché senza la tua storia il genere umano perde parte della sua identità. A te moderno barbaro del cemento, possano gli dei fulminarti se tocchi ancora con mano il sacro suolo di questa terra martoriata. Abbiano i tuoi veri figli il coraggio di ergersi a scudo contro questa follia umana e la forza di distruggerla.
Come sempre, la bellezza di Venezia non promana solo dai grandi monumenti e dalle straordinarie chiese, ma anche (e sopratutto per me) dalle piccole cose, dai particolari che ai più sfuggono, ma che sono linfa vitale per mille e mille racconti, esperienze e sensazioni.
La tua passione carissima Piera riesci a trasmetterla in modo totale e di ciò te ne sarò per sempre grato.
Riccardo.
E’ proprio questo, caro Riccardo, come tu ben sai, che amo trasmettere a chi legge: i piccoli particolari di una città che secondo me, proprio nei piccoli particolari, nonostante la sua evidente diversità strutturale e architettonica, che mi piace esaltare ma che è così evidente, che desidero svelare o farne parte alle persone che si guardano veramente intorno, e che scrutano, con pazienza, ogni singolo angolo…come tu ben sai….questo è il bello del visitare una città…e tu, conoscendo io così poco la tua, sei una persona estremamente fortunata! Un saluto affettuoso a te e famiglia. un forte abbraccio, Piera!